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Sempre voler capire. Non si può. Bisogna cedere, bisogna ritirarsi, bisogna fare come fanno i gatti quando si acquattano, i muscoli in un fremito contratti, prima di scagliarsi verso una qualche preda, che sia per gioco o che sia roba seria; o quando in un ferocissimo kabuki affrontano il rivale, e l'universo intero allora si concentra in un assorto e millimetrico avanzare, e poi senza preavviso, forse perché si sta mettendo male - la scusa è sempre una mosca o un moscerino che si ritrova dalle loro parti - guardano in giro, si fingono distratti, loro che c'entrano? mica era sul serio! Ma chissà, forse si distraggono davvero.
[ Da Pigre divinità e pigra sorte, Einaudi ]
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Maria Squeglia
- 09/10/2011 18:59:00
[ leggi altri commenti di Maria Squeglia » ]
Certamente una poesia che si avvale di un linguaggio fluido e calibrato,ironico,intelligente e sornione come il gioco non gioco del nostro amico gatto.Bella la metafora,bellissima la poesia.
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narda Fattori
- 19/09/2011 17:24:00
[ leggi altri commenti di narda Fattori » ]
Che bella, raffinata parodia dei nostri tempi, dei nostri maggiori (?) ,di noi. Tutto un armamentario di zuffe per ritirarci nel momento della lotta? Sempre brava la Cavalli, quando poi scrive con questa verve ironica e amara.
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Franca Alaimo
- 19/09/2011 16:16:00
[ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]
Una fine ironia, che, per esplicitarsi, si serve della leggerissima, sorniona, quasi ludica, aggressività dei gatti. Sì, non sempre bisogna capire e, avolte, è meglio distrasi dalla pesante necessità dellintelligenza. Una poesia, coem dice Roberto, godibile e fluida.
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Roberto Maggiani
- 19/09/2011 15:56:00
[ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]
La Cavalli, come Magrelli e pochi altri, segue una linea di semplificata espressività, la loro profonda cultura e fine intellettualità non ha bisogno di complicanze stilistiche per esprimersi in poesia, adottano il metodo dell’orecchio, sono cioè musicali, fluidi, parlano un italiano comprensibile, e con una ben calibrata ironia riescono a snocciolare raffinatezze poetiche: una lezione per tutti noi in cerca, inutilmente, di un linguaggio complesso e quasi mai veritiero, un linguaggio che appesantisce e allopntana il lettore dalla poesia. I libri della Cavalli e di Magrelli si leggono con scioltezza e si arriva in fondo sperando che ne abbiano già scritto un altro, altrimenti si rilegge volentieri da capo lo stesso (così è per me).
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Loredana Savelli
- 19/09/2011 07:11:00
[ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]
Cosa vuoi commentare della Cavalli? E perfetta. (Lhai dedicata al tuo gatto?)
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